Patologie Trattabili

La varietà di tumori che si possono trattare con la Protonterapia è molto ampia: si estende da quelli rari, come il cordoma (tumore osseo della base cranica e della colonna vertebrale), il melanoma oculare, il medulloblastoma (tumore di origine embrionale che si forma nel cervelletto), ai maggiori big killer, ovvero tumori dell’encefalo, polmone, mammella (sinistra), esofago, fegato, pancreas, retto, utero, linfomi.

Secondo le linee guida dell’Istituto Superiore di Sanità del 2021, l’uso dei protoni offre vantaggi significativi in particolare per:

  1. Tumori localizzati in aree critiche, dove la vicinanza a strutture sensibili richiede un trattamento mirato.
  2. Tumori poco responsivi alla radioterapia tradizionale, per i quali l’approccio di dose escalation può essere utile. Questo è particolarmente importante quando si cerca di ridurre la tossicità generale associata a trattamenti estesi in combinazione con chemioterapia.

La Protonterapia è raccomandata anche per i tumori solidi nei pazienti pediatrici.

In buona sostanza, i fasci di protoni possono essere utilizzati per il trattamento di tumori per i quali le opzioni terapeutiche sono oggi limitate e/o per i quali la radioterapia convenzionale comporta un alto rischio di effetti collaterali. Per tutti gli altri tumori, la Protonterapia comporta sempre un minor rischio di effetti collaterali. È comunque sempre fondamentale consultare uno specialista per valutare l’idoneità di questo trattamento.